Canne al Vento Grazia Deledd
"[...] siamo proprio come le al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne e la sorte è il vento. "
- Trama Canne al Vento Grazia Deledda
La narrativa della Deledda, posta ora nella scia del verismo di Verga, ora accostata al decadentismo dannunziano, racconta di forti vicende d'amore, di dolore e di morte, nelle quali domina il senso religioso del peccato e la tragica coscienza di un inesorabile destino. Nella sua prosa si consuma la fusione carnale tra luoghi e figure, tra stati d'animo e paesaggio, tra gli uomini e la terra di Sardegna, luogo mitico e punto di partenza per un viaggio dell'anima alla scoperta di un mondo ancestrale e primitivo.
In Canne al Vento (1913), come in molte sue opere, la Deledda ambiente le sue opere nella sua terra d'origine.
È un'intesa storia d'amore, dolore e morte immersa in un mondo quasi primordiale e mitico. Qui le passioni umane sono dominate da un forte senso del peccato e fatalità. Fra tardo Verismo e Decadentismo, la scrittura mostra la capacità dell'autrice di evocare drammi della coscienza umana.
- Altri romanzi della stessa autrice:
Elias Portolu (1913).
Cenere (104).
Marianna Sirca (1915).
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